#straordinario, ovvero un sogno fatto in sicilia
Potrei parlare della bellezza mozzafiato dello scenario, suggestiva orografia di vigneti che digrada dolcemente verso lo Jonio degli approdi ulissiani. O tessere le lodi della invidiabile capacità sinergica di Andrea Graziano – dominus del fenomeno Fud Bottega Sicula in irresistibile ascesa – che insieme a Barbara e Marco Nicolosi, giovani e appassionati imprenditori proprietari della Tenuta Barone di Villagrande – sede dell’evento – ne rinnova ogni anno fascino e autorevolezza. O sgranare come un rosario il name-dropping di tutti i bravi e affermati cuochi chiamati da ogni angolo di Sicilia e dall’Italia a interpretare il tema dello street-food valorizzando e promuovendo i migliori prodotti territoriali siciliani. O, ancora, evidenziare come, attraverso il coinvolgimento di nomi sempre più prestigiosi del mondo della comunicazione enogastronomica, il processo di upgrading culturale e sociale dell’evento abbia raggiunto livelli con pochi pari nel panorama sempre più affollato e variegato – per non dire confuso – degli eventi food&wine nazionali.
Tutto ciò, tuttavia, non sarebbe sufficiente a spiegare come Straordinario, consesso enogastronomico siciliano alla sua quarta edizione, sia diventato un appuntamento imperdibile per centinaia di appassionati gourmet e addetti ai lavori che ogni anno, a fine agosto, salgono a Milo, sull’Etna, in un pellegrinaggio che sfiora a tratti il fanatismo.
I numeri – ottocento blindatissimi ingressi a fronte di cinquemila richieste di partecipazione rimaste inevase – servono a dare un’idea dell’entità del fenomeno, ma non aiutano a svelarne l’anima, la tensione, il sogno che l’hanno sotteso sin dal suo concepimento.
Per riuscirci, bisognerebbe conoscere un po’ la storia di Andrea Graziano, tornare indietro negli anni e risalire all’esperienza, oggi conclusa, del Sale Art Cafè a Catania, primo e coraggioso tentativo di sottrarre l’offerta gastronomica siciliana a quella patina folkloristica che ne è sempre stata croce e delizia. Croce perché causa prima dell’immobilismo, della consuetudine e della sterile ripetitività. Delizia perché, d’altro canto, gli iconici capisaldi della tradizione sono e saranno sempre il motivo del suo successo planetario. Chi non conosce oggi nel mondo i cannoli, la cassata, la caponata e la pasta alla Norma? Graziano da questo gap è partito e contro questo gap ha sempre lottato per il riscatto, al contrario, della grande potenzialità espressiva e creativa latente nella trasformazione dei prodotti del comparto agroalimentare siciliano. Il Sale Art Cafè da solo non c’è riuscito, evidentemente, ma da lì il sogno è diventato presto rivoluzione. Quella di Fud Bottega Sicula, da una parte, che con l’allegra e contagiosa declinazione pop del prodotto tipico è riuscito a metterne finalmente in discussione la ghettizzazione. E quella dei tanti giovani e promettenti cuochi siciliani che in quegli anni, forti di esperienze formative di spessore e consci delle infinite opportunità del loro terroir, giocavano, sperimentavano, capovolgevano dogmi, scomponevano e ricomponevano in libertà alla ricerca del nuovo e dell’insondato, con esiti più o meno felici e più o meno duraturi. A tutti, indistintamente, quando ha potuto, Andrea Graziano ha dato voce, sostegno, opportunità e visibilità, spazi in cui esprimersi e farsi apprezzare.
Non si può capire oggi Straordinario se non si va indietro negli anni, ripercorrendo le decine e decine di eventi da lui organizzati per fare uscire la Sicilia gastronomica dal pantano del provincialismo, dal pittoresco e da una autoreferenzialità sterile e incapace di immaginare un futuro. Se Fud Off, costola colta e gourmet del più noto e popolare Fud, rimane una monade di felice e avveniristica sperimentazione nelle mani di una giovane cuoca palermitana senza pregiudizi e timori riverenziali, è Straordinario, di nome e di fatto, il punto di arrivo e ripartenza di tanti anni di fiducia riposta nei piccoli e medi produttori di qualità sparsi per l’isola e nei cuochi giovani e meno giovani che hanno resistito e resistono sviluppando cucine avvincenti e convincenti, e il frutto di una orgogliosa indipendenza, sin dall’inizi, da qualsiasi forma di apparentamento con quella stessa politica governativa che da una parte elargisce contributi a pioggia a sagre e kermesse enogastronomiche senza qualità e dall’altra ignora chi veramente onora e porta orgogliosamente in alto il nome della propria terra.
Questo voleva Andrea Graziano e questo è riuscito a fare: uno straordinario racconto corale di una Sicilia che non t’aspetti ma che viaggia già spedita nel futuro.
STRAORDINARIO
lo street-food fuori dal comune
31 agosto 2018
Cantine Barone di Villagrande
Milo (CT)
info 095 708 2175
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