una giornata particolare
Tutto inizia come un lento, lungo piano sequenza dopo un’alba nera e tempestosa che ha minacciato l’ennesima paralisi romana. Mentre il sole con fatica straccia le nubi e accende il mattino, i verdurai, i macellai e i panettieri del Mercato di Testaccio aprono i loro chioschi, scaricano la merce, apparecchiano i banchi nel migliore dei modi per guadagnarsi la giornata. Molti sono vuoti, un po’ per la crisi, un po’ per il trasferimento imminente di sede.
Oggi è un giorno diverso, però. Oggi tra i banchi ce n’è uno che fa montare la curiosità della gente che fa la spesa. Sopra ci sono pentole, padelle, mestoli, fornelli a gas, pure due finti prati. Tutto muto, silente.
Poi arrivano loro, gli chef, quelli importanti, quelli che la maggior parte della gente che si aggira tra i banchi né sa chi sono, né potrà andare mai a conoscerli, nei loro templi del gusto. Sono venuti a festeggiare e dare una mano ad alcuni amici, un manipolo di visionari che si sono messi in mente di spalancare le finestre del web e far circolare aria nuova in tema di gastronomia, vini, viaggi, lifestyle. Hanno scelto di darsi importanza e di chiamarsi programmaticamente Gazzetta Gastronomica e oggi si presentano in pubblico, a tutti, indistintamente, senza filtri, pass, inviti e altre amenità del genere.
Come per incanto, con molta disinvoltura e naturalezza, nel migliore dei modi possibili, Massimo Bottura, Pier Giorgio Parini, Niko Romito, Salvatore Tassa e Mauro Uliassi, un firmamento di stelle Michelin in cinque e tra i più appassionati e validi innovatori della cucina italiana, di quelli che gli stranieri ci invidiano e che qui in Italia faticano a farsi capire, danno fuoco e fiamme a una giornata indimenticabile.
Mentre vapori e fumi annebbiano le volte del mercato e la temperatura sale, intorno a loro si fermano, e diventano folla, curiosi, gente del quartiere, clochard, casalinghe, giornalisti e critici enogastronomici, blogger, altri chef senza invidie, ristoratori, amici, amici degli amici. Tutti civilmente assiepati ad aspettare le zuppe annunciate con un tam tam discreto ma incisivo sui social network e sulla Gazzetta stessa da poche settimane nella rete. Tutti ad assistere incantati e rapiti dalla magia di questi prestigiatori del gusto che in uno spazio claustrofobico, destreggiandosi tra GG boys, curiosi e giornalisti più intraprendenti, danno vita a uno straordinario spettacolo di umiltà, passione, partecipazione e condivisione di idee.
Ognuno di loro interpreta il tema della giornata e ci appiccica le sue suggestioni: l’autunno, il mercato, la cucina di casa e di stagione, i prodotti della nostra terra. Nascono così, scatenando l’appetito, sapori e profumi che portano indelebili la firma dei loro autori ma diventano anche piccole icone di un’alternativa possibile a un mondo in crisi che ha fatto il suo tempo e che sta cambiando inesorabilmente.
La zuppa di “quinto quarto” d’autunno, i passatelli in brodo di pigne, la minestra di borragine, la zuppa di ceci abruzzesi e i cappelletti in brodo di cappone vengono versati e offerti fumanti in ciotole biodegradabili tra critiche, sorrisi e richieste di bis, e il successo è tale che, alla fine, esaurite le ciotole si passa ai bicchieri, raddoppiando i numeri previsti.
Alla fine l’entusiasmo, la curiosità e la gioia sono tali da non distinguere più chi ha cucinato da chi ha mangiato, chi è lì perché non ha niente da mangiare da chi confronta criticamente le zuppe e giudica, chi questi grandi chef li conosce e corre a salutarli mettendosi in posa da chi, invece, non li conosceva ancora e ha avuto l’irripetibile occasione di vederli lavorare sotto i propri occhi in un clima di festa.
Hanno di che essere soddisfatti Stefano Bonilli, Maurizio Cortese, Elisia Menduni, Alberto Cauzzi e tutti gli altri contributor della Gazzetta, volti noti, meno noti e affatto noti, e se il coinvolgimento e la passione e la voglia di svoltare di oggi rimarranno immutate, ci sarà da divertirsi.
NON LA SOLITA ZUPPA RISCALDATA!
12 dicembre 2011: la festa della Gazzetta Gastronomica
Mercato di Testaccio, Roma
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